Coccodrilli, collaborazioni e cultura: cosa ti viene in mente quando pensi a Lacoste? Ci sono molte aree della calzatura che Lacoste ha influenzato, infatti, per riflettere sul primo giorno ci troverai a Boston quasi 100 anni fa.
Trova TOWER nel 1923, l'anno in cui un giornalista americano soprannominò il 19enne prodigio del tennis, René Lacoste, "il Coccodrillo", per riflettere la sua ferocia e determinazione in campo, facendo sottintendere sottilmente anche a una scommessa insolita fatta prima di servire.
Quattro anni dopo aver ottenuto il suo soprannome, René si unì alle forze con un precoce personalizzatore, un caro amico e uno stilista pratico, Robert George, per disegnare i primi loghi del coccodrillo che lentamente si insinuarono in tutti gli aspetti del guardaroba sportivo del francese. Inizialmente vedemmo blazer, poco dopo furono introdotti i polo e da lì Lacoste divenne un marchio per tutti - non solo per il campo da tennis.
Passiamo al 1933, e René iniziò veramente a spalancare le ali. Fu sperimentata una maglietta polo flessibile e leggera realizzata in cotone "petit piqué" - inaugurando i momenti fondanti di Lacoste come marchio. Un altro nome da ricordare - diciamo ciao al produttore tessile ed esperto di maglieria, André Gillier, il cui know-how sui materiali e l'attenzione ai dettagli hanno creato le fondamenta dello status di Lacoste come lo vediamo oggi.
Lacoste fu il primo marchio di abbigliamento a utilizzare un logo sui loro vestiti. Ora sai da dove è tutto cominciato!
Allontanandosi dall'abbigliamento, i sistemi di assorbimento degli urti brevettati per le racchette che vantavano 46 titoli del Grande Slam tra il 1966 e il 1978, e la distribuzione globale degli anni '60, il progetto in crescita di René flirtò con tutto, dalle fragranze agli occhiali, prima di conquistare il mercato delle calzature casual al culmine del 1991.